Pur avendo passato gli ottanta anni, ha imparato a usare il pc e quindi a seguire le avventure del mio giardino.
Vive a Milano e, come mi scrisse tempo fa, "ti ringrazio per le tante cose belle che mi mandi e che fanno lieto contrasto con il grigiore del cemento armato che mi circonda."
Ad ogni post che scrivevo, la sua ammirazione per le piante si manifestava con uno stupore da bambino.
Mi prendeva per un'esperta perché conoscevo il nome delle piante e ridendo gli spiegavo che ero ancora una principiante. Da cittadino che non si poteva permettere neppure una pianta sul balcone, si incantava per i colori e le forme.
"I tuoi messaggi floreali mi rallegrano. Spero tanto quanto rallegrino te nel curarne la crescita giorno dopo giorno. Sono segni meravigliosi di vita in mezzo al mucchio di cose materiali tra le quali i terrestri si dilettano giocando con i birilli.
Ti ricordo e ti penso felice perché godi la vita nelle sue forme più delicate e artistiche.
Gli animali, le piante i fiori meravigliano tutti, anche me, per il loro vivere spontaneo, veri e viventi e belli.
Non ti dispiace se io, dopo che li ho guardati, dico bravo a chi ha inventato dei viventi così belli.
A dividerci era solo un piccolo dettaglio: lui credeva in Dio e io no. Nella bellezza dei fiori vedeva la prova dell'esistenza di Dio, mentre io pensavo ai miracoli e all'ingegnosità della Natura.
Ma questo non ci impediva di capirci, sulle questioni importanti, di dialogare senza polemiche o diffidenze.
Lui Gesuita, io Atea, ma con qualcosa che ci legava al di là delle differenze di vita e di pensiero: una sensibilità per gli animali e le piante, un amore per ciò che di naturale ancora resiste in questo mondo artificiale e corrotto.
"Grazie veramente per i fiori per se stessi ma soprattutto perché sono il segno della tua vita illuminata dai colori e dalle forme delicate di queste meraviglie. Penso che ti contagino, ti nutrano l'animo, ti ispirino i pensieri e le parole per i tuoi amici.
Sei grande nel tuo impegno creativo che si è impadronito della natura come il tesoro nel quale riposare."
L'ultima volta che ci siamo parlati, un mese fa, mi ha detto che voleva mettere le foto del giardino in un cd, per potersele guardare e riguardare, nella sua spartana stanza a Milano, dove vedeva solo muri e cemento.
Gino ci ha lasciati il 14 aprile 2011, a 84 anni.
A lui, mio zio, dedicherò un’aiuola del mio giardino. So che sarà contento che il suo ricordo venga coltivato insieme ai fiori e come loro, mi terrà compagnia.